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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), V, 8
 
originale
 
8. Sic allocuta summas opes domus aureae vocumque servientium populosam familiam demonstrat auribus earum lavacroque pulcherrimo et inhumanae mensae lautitiis eas opipare reficit, ut illarum prorsus caelestium divitiarum copiis affluentibus satiatae iam praecordiis penitus nutrirent invidam. Denique altera earum satis scrupulose curioseque percontari non desinit, quis illarum caelestium rerum dominus, quisve vel qualis ipsius sit maritus. Nec tamen Psyche coniugale illud praeceptum ullo pacto temerat vel pectoris arcanis exigit, sed e re nata confingit esse iuvenem quendam et speciosum, commodum lanoso barbitio genas inumbrantem, plerumque rurestribus ac montanis venatibus occupatum, et ne qua sermonis procedentis labe consilium tacitum proderetur, auro facto gemmosisque monilibus onustas eas statim vocato Zephyro tradit reportandas.
 
traduzione
 
?E cos? dicendo mostr? alle sorelle tutti i tesori di quel palazzo dorato e fece sentire anche a loro le innumerevoli voci che la servivano. ?Poi le ristor? con un magnifico bagno e con un pranzo che fu tutto una delizia, degno degli dei, tanto che dopo essersi rimpinzate di ogni ben di dio le due sorelle cominciarono a covare in cuor loro un senso di invidia. ?A un certo punto una delle due cominci? a far la curiosa e a chiedere con insistenza chi fosse il padrone di tutte quelle meraviglie, chi era suo marito e che aspetto avesse. ?Ma Psiche a nessun costo avrebbe tradito il giuramento fatto allo sposo e, infatti, non svel? i suoi segreti. L? per l? invent? che era un bel giovane con il volto appena ombreggiato dalla prima barba, sempre via a caccia per boschi e per monti, e, anzi, per evitare che, continuando nel discorso ella potesse tradirsi e dire cose che non doveva, chiam? Zefiro e dopo averle caricate di gioielli, di gemme, di pietre preziose, le affid? a lui, perch? gliele portasse via. Il che fu subito eseguito.
 

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